Cosa è la
mindfulness
“Sorge e tramonta solo quel giorno che accogliamo da svegli”
Henry David Thoreau
Mindfulness è una parola inglese che significa consapevolezza, ma non nell’accezione più comune e banale, bensì in un senso particolare. Non è facile descriverla a parole perché si riferisce prima di tutto a un’esperienza diretta. La definizione “classica” è diventata quella di Jon Kabat-Zinn, biologo molecolare, professore emerito di medicina, fondatore della Clinica per la riduzione dello Stress dell’Università del Massachusetts, nonché pioniere di questo approccio. “Mindfulness significa prestare attenzione, ma in un modo particolare: a) con intenzione, b) al momento presente, c) in modo non giudicante”. Si può descriverla anche come un modo per coltivare una più piena presenza all’esperienza del momento, al qui e ora.
L’approccio della Mindfulness deriva ed è basato sulla meditazione di consapevolezza e consiste proprio nel proporre un livello di pratica di meditazione che sia adatto a contesti quotidiani, all’esperienza di vita normale che sperimentiamo tutti i giorni. In sintesi, si tratta di un approccio che possa aiutare tutti noi a metterci in una diversa relazione col disagio, che prima o dopo, in un modo o nell’altro, tutti sperimentiamo.
E’ bene sottolineare come la Mindfulness non sia una tecnica di rilassamento (nonostante rischi spesso di esservi confusa). Non è un modo per entrare in qualche forma di trance, né per svuotare la mente. Non è una modalità per garantirsi un facile benessere psicofisico ed emotivo (che non esiste…). Non è una forma di “buonismo” che ci spinge ad accettare tutto, ad accogliere acriticamente quello che ci accade, ad essere passivi nel nome dell’ “accettazione”.
L’approccio della Mindfulness rappresenta piuttosto un atto che parte dall’attenzione e dal modo in cui la usiamo ed è talmente semplice che questa stessa semplicità ne rappresenta la vera difficoltà: noi, infatti, facciamo molta fatica ad essere semplici.
Da un lato, una capacità progressiva di maggiore presenza al qui e ora ci apre a esperienze inaspettate, alla ricchezza del momento presente, alla pienezza del vivere. Dall’altro, la pienezza dell’esperienza comprende necessariamente anche il suo lato “negativo”: il disagio, la sofferenza, il dolore. E qui si gioca uno degli aspetti più interessanti di questo approccio, che ci chiede e ci insegna a non respingere e a non negare questa dimensione, ma a farne motivo di crescita e persino di creatività. Questo è l’aspetto cui si riferisce la parola “accettazione/accoglienza”.
Partendo dal presupposto secondo cui non possiamo evitare il lato negativo della vita, la prospettiva della consapevolezza (Mindfulness) ci offre una possibilità a prima vista strana, contro-intuitiva: entrare in relazione più diretta con il disagio e la sofferenza, imparare a rivolgere piena attenzione, a fare spazio anche a quello che non ci piace, che non vorremmo o che ci fa soffrire. In questo senso è un lavoro “contro natura”, un andare “controcorrente”, perchè la tendenza automatica, istintiva, che abbiamo è fare esattamente l’opposto. Ma se lo sperimentiamo, allora possiamo scoprire che in questa “mossa” apparentemente incomprensibile troviamo una possibilità sorprendente di accogliere, di lasciar essere e quindi, in definitiva, di essere meno condizionati, meno oppressi anche dalle situazioni che ci provocano disagio. E, paradossalmente, facendo questo ci mettiamo nelle migliori condizioni possibili per trovare, laddove possibile, le vie e i modi più efficaci per gestire o risolvere le cause di sofferenza, a volte anche attingendo a intuizione creative.
Le applicazioni primarie dell’approccio della Mindfulness, il cui fulcro risiede nel potere liberatorio della consapevolezza, sono state e ancora rimangono in area clinica, ove il lavoro pionieristico trentennale di Jon Kabat-Zinn ha avuto un larghissimo seguito. Più recentemente le applicazioni si sono estese all’ambito educativo e organizzativo, come proposta di un vero e proprio stile di vita più salutare in quanto più consapevole.
Lo strettissimo legame organico con il pensiero e la ricerca scientifici rappresenta una caratteristica fondamentale dell’approccio basato sulla Mindfulness: esso è nato infatti a partire dal lavoro di scienziati, ricercatori, clinici e da subito si è sviluppato tanto sul campo, nella sperimentazione pratica, quanto nell’ambito di rigorose ricerche scientifiche miranti a verificarne l’effettiva efficacia e i meccanismi di funzionamento. Attualmente la ricerca sui vari temi legati alla prospettiva della Mindfulness è un’area in grande espansione, con diverse centinaia di articoli pubblicati ogni anno sulle principali riviste scientifiche.